Invecchiare in salute: il segreto è mangiar sano

Il miglioramento delle condizioni igieniche, economiche e sociali in tutto il mondo ha portato notevoli benefici, tra cui l’allungamento dell’aspettativa di vita: gli over 65 sono il gruppo di età in più rapida crescita a livello globale ed entro il 2050 nel mondo ci saranno oltre 2 miliardi di ultrasessantenni. 

Nonostante questa bella notizia, la realtà è un po’ meno confortante: è vero che si vive di più, ma si invecchia male, basti pensare che la maggior parte della spesa sanitaria è dedicata alle persone anziane. Migliorare la salute di questi individui è quindi, non solo importante per il singolo, ma anche per la società.  

Non a caso nel 2020 è iniziata la decade dell’invecchiamento in salute, in inglese Healthy Ageing, voluta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per sensibilizzare sull’importanza di sostenere un invecchiamento sano, per il bene dell’individuo e della collettività.  

In tutto questo il ruolo della nutrizione potrebbe avere un’importanza straordinaria.  

 

Malattia e malnutrizione sono legati 

I cambiamenti fisiologici e socioculturali associati all’invecchiamento possono influire su come un individuo si nutre causando, nei casi più gravi, carenze nutrizionali.  

La compromissione sensoriale (ad es. perdita della vista e del gusto), una cattiva salute orale, la mancanza di autonomia nei movimenti o ancora, cambiamenti sociali, come situazioni economiche di una certa gravità, sono tutte condizioni che possono influire sull’assunzione degli alimenti e comportare una ridotta secrezione di acido gastrico che può limitare l’assorbimenti dei nutrienti. 

Altre condizioni che possono influire sullo stato nutrizionale, includono cambiamenti nel sistema immunitario, che con l’invecchiamento diventa sempre più debole. Quando questi cambiamenti si combinano con fattori ambientali e di stile di vita, gli anziani diventano più suscettibili alle infezioni rispetto a qualsiasi altra fascia di età, ad eccezione dei bambini piccoli. Le infezioni possono aumentare il rischio di malnutrizione, attraverso meccanismi come la perdita di appetito o problemi di malassorbimento. 

 

Alimentazione e invecchiamento 

La corretta nutrizione e gli interventi sullo stile di vita possono facilitare un invecchiamento sano e ridurre il rischio di malattie croniche. Facciamo qualche esempio. 

Le carenze di micronutrienti sono associate al declino fisico e cognitivo: le vitamine D, C e B9, ad esempio, svolgono un ruolo importante nella promozione della densità ossea e riducono le infiammazioni, mentre un deficit di vitamina B12 aumenta i rischi neurologici e di densità ossea. Minerali dietetici essenziali come 

calcio, zinco, ferro e selenio contribuiscono alla salute delle articolazioni e al funzionamento del sistema immunitario.  

 

Il ruolo degli interventi nutrizionali 

L’evidenza più forte, ad oggi, suggerisce di adottare una dieta mediterranea che prevede acidi grassi polinsaturi, cibi ricchi di antiossidanti e di nutrienti sani. La dieta, in ogni caso, gioca un ruolo strategico in tutte le fasi della vita, non solo nella vecchiaia. Un approccio ad ampio raggio che abbracci una buona alimentazione per tutta la vita è sempre raccomandato, sebbene i risultati più visibili di queste scelte lifetime si vedano soprattutto nella vecchiaia. In parole povere: mangiare bene fin da giovani e adottare stili di vita sani, aiuta a invecchiare in salute.