Cancro: i numeri in Italia. Il rapporto AIOM – AIRTUM

Cancro. Dove si vive o si muore di più? L’Italia presenta un quadro di sopravvivenza al cancro pari o superiore alla media europea ma, purtroppo, ci sono ancora delle differenze tra Nord e Sud e i cittadini del Meridione sono quelli più discriminati. Sono questi i dati che emergono da “I numeri del cancro in Italia 2018”, il censimento ufficiale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica-AIOM, dell’Associazione Italiana Registri Tumori-AIRTUM, di Fondazione AIOM e di PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) giunto alla ottava edizione. Ma entriamo nei dettagli.

I dati

  • Nel corso del 2018 sono stati stimati circa 373.300 nuovi casi di tumore (194.800 uomini e 178.500 donne), con un aumento, in termini assoluti, di 4.300 diagnosi rispetto al 2017.
  • Il tumore più frequente in Italia è ormai quello della mammella: nel 2018 sono stimati 52.800 nuovi casi (erano 51.000 nel 2017).
  • A seguire il cancro del colon-retto (51.300, erano 53.000 nel 2017), che lo scorso anno era il più diagnosticato e del polmone (41.500, erano 41.800 nel 2017).
  • Una nota positiva: 3 milioni e trecentomila cittadini vivono dopo la scoperta della malattia (3.368.569, erano 2 milioni e 244 mila nel 2006), il 6% dell’intera popolazione: un dato in costante aumento.
  • Oggi in Italia il 63% delle donne e il 54% degli uomini sono vivi a 5 anni dalla diagnosi.

Non tutti però hanno accesso alle stesse cure

Il nostro Paese, se valutato nel complesso, presenta un quadro di sopravvivenza pari o superiore alla media europea ma, scendendo nel dettaglio regionale, la residenza diventa un determinante prognostico importante che indica una disomogeneità nell’accesso a programmi di diagnosi precoce e a cure di alta qualità, con una discriminazione dei cittadini del Meridione purtroppo ancora presente, sebbene la tendenza sia in miglioramento rispetto al passato.

Dove si sopravvive di più

Al Nord si registrano i tassi migliori di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi, in particolare nelle prime tre posizioni si collocano:

  • Emilia-Romagna (56% uomini e 65% donne)
  • Toscana (56% e 65%)
  • Veneto (55% e 64%)

In coda invece il Sud, con:

  • Sicilia (52% uomini e 60% donne)
  • Sardegna (49% e 60%)
  • Campania (50% e 59%)

Il 27% dei pazienti vivi dopo la diagnosi torna ad avere (dopo un periodo di tempo diverso in base al tipo di tumore, al sesso e all’età di insorgenza), la stessa aspettativa di vita della popolazione generale: nel 2010 erano 704.648, nel 2018 sono 909.514, con un incremento del 29%.

Cancro e mortalità

Nel 2015 (ultimo anno disponibile) nel nostro Paese sono stati 178.232 i decessi attribuibili al cancro. La prima causa di morte oncologica è costituita dal carcinoma del polmone (33.836 decessi nel 2015), seguito dal colon-retto (18.935), mammella (12.381), pancreas (11.463) e fegato (9.675).
Fonte: http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=3494