Il ruolo del farmacista: sempre più consulente caregiver

Come sta cambiando (e cambierà) la professione del Farmacista? Da esperto (ma anche produttore diretto e distributore) del farmaco, quale è sempre stato, oggi la sua funzione sta mutando, diventando più complessa e articolata in tutto il mondo occidentale. Informare correttamente i cittadini è certamente il primo passo per una vera prevenzione e per il successo delle cure. Ma non solo (e non più) per quanto riguarda il farmaco.

Ecco cosa ne pensano i colleghi d’oltremanica.

Il Farmacista oggi è sempre più al servizio del paziente, sta acquisendo un vero e proprio ruolo di caregiver. Il motivo è semplice. Sempre più spesso non è sufficiente dispensare il farmaco di turno; il paziente si rivolge al farmacista quale consulente autorevole per tutte le questioni relative alla salute e al benessere della vita quotidiana, e non solo nella malattia. La sua professionalità, già al servizio del paziente, non si limita più a garantire la corretta cura della gestione del farmaco (dall’aderenza alle terapie alla farmacovigilanza), ma sta evolvendo verso una vera e propria figura di “educatore”, se non addirittura di mentore. Un ruolo in continua evoluzione, che vede il farmacista doversi formare costantemente in base alle nuove esigenze dei pazienti, come per esempio:

  • esami medici;
  • nuove apparecchiature tecnologiche;
  • consigli sulle prime cure;
  • nutrizione specializzata (dalla semplice nutrizione corretta a quella derivante da patologie, tipo celiachia, o allergie e intolleranze, sempre più in aumento);
  • cosmesi;
  • prevenzione e stili di vita.

E per quanto riguarda il farmaco? Formazione e informazione, i due lati di una stessa medaglia

Conoscere e, successivamente, poter informare correttamente i pazienti e/o clienti è certamente il primo passo per la vera prevenzione e il successo delle cure.
Questo è evidente (o, in alternativa, può essere pericoloso) in particolare quando si parla di farmaci. Un esempio? Quando si considerano le cause dell’uso scorretto dei farmaci emergono come prime cause la scarsa conoscenza dei medicinali, delle loro indicazioni e della loro azione.
E anche nel caso del ricorso improprio degli antibiotici, si è visto che l’abuso è più frequente proprio tra chi ha una minore conoscenza della natura e del valore di questi medicinali.
Oggi, quindi, è più che mai fondamentale non solo diffondere informazioni corrette, ma creare un rapporto stabile tra chi rappresenta la ricerca e la pratica clinica e chi rappresenta i cittadini. A maggior ragione poiché la collettività è esposta a un flusso continuo di informazioni di valore spesso molto dubbio, c’è la necessità di accreditarsi come fonte autorevole, affidabile, capace di parlare un linguaggio semplice, ma in grado di fare la differenza.
Fonti:
https://www.federfarma.it/Edicola/FiloDiretto/Filodiretto/gennaio2018/11-01-2018-18-52-35.aspx