OSTEOPOROSI

Introduzione

L’osteoporosi è una malattia sistemica, caratterizzata da una ridotta massa ossea e dal deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo, che conduce a un’aumentata fragilità e conseguente aumento del rischio di frattura.
La resistenza dell’osso ai traumi riflette l’integrazione tra due fattori: la densità ossea e la qualità ossea.
La densità ossea è determinata, in ogni individuo, dal picco di massa ossea raggiunto durante l’infanzia e l’adolescenza e dalla quantità di massa ossea persa con l’avanzare dell’età.
La qualità dell’osso fa riferimento complessivamente all’architettura, al turnover, alla somma dei danni sofferti e alla mineralizzazione.

Epidemiologia

Secondo dati dell’OMS l’osteoporosi colpisce più di 75 milioni di persone negli Stati Uniti, Europa e Giappone. Negli Stati Uniti e nell’Unione Europea circa il 30% delle donne in post-menopausa sono affette da osteoporosi, e si stima che più del 40% di queste avranno una frattura durante il resto della loro vita.
In Italia l’epidemiologia dell’osteoporosi é stata indagata principalmente dallo studio ESOPO (Epidemiological Study On the Prevalence of Osteoporosis), del 2000, i cui risultati hanno stimato in Italia circa 4 milioni di donne osteoporotiche: dai 40 ai 79 anni è stata riportata una prevalenza di circa il 23% e una stima quasi del 50% nelle donne con età superiore ai 70 anni. Ogni anno inoltre in Italia vi sono circa 70.000 donne ricoverate per frattura del femore e dal 2000 al 2005 l’incidenza di frattura del femore é aumentata del 28% nella popolazione femminile sopra i 74 anni.
Per quanto riguarda i costi, si calcola che, in Italia, il costo annuale delle spese ospedaliere dovute a fratture osteoporotiche si aggiri intorno ai 500 milioni di Euro.
L’osteoporosi è pertanto da considerarsi come una condizione emergente nel nostro Paese e in generale in tutta l’Europa, a causa del progressivo e costante invecchiamento della popolazione.

Classificazione dell'osteoporosi

L’osteoporosi può essere primitiva (idiopatica) o secondaria.
L’osteoporosi primitiva può essere osteoporosi senile, osteoporosi postmenopausale o la rara osteoporosi idiopatica giovanile.
L’osteoporosi secondaria può dipendere da endocrinopatie (ipertiroidismo, iperparatiroidismo, morbo di Cushing ecc.), malattie reumatiche (soprattutto l’artrite reumatoide) o farmaci (anti estrogeni, cortisonici, antiepilettici, immunosoppressivi, antiblastici, ecc.).
OSTEOPOROSI PRIMITIVE
Osteoporosi senile: la perdita di massa ossea, sia corticale che trabecolare, è dovuta al rallentamento del turnover osseo: la riduzione dell’introito di calcio e di Vitamina D, associato al ridotto assorbimento intestinale di calcio e ad una riduzione dell’attività fisica, portano alla prevalenza del riassorbimento rispetto alla neoformazione di osso, con conseguente perdita di massa ossea, rottura delle trabecole ed aumento della porosi corticale, favorendo, sia negli uomini che nelle donne, una fragilità ossea che predispone ad eventi traumatici. Le fratture possono interessare non solo la colonna vertebrale, ma anche le ossa lunghe (collo del femore), il bacino e altre sedi senza distinzione.
Osteoporosi postmenopausale: L’osteoporosi postmenopausale è caratterizzata da una maggiore perdita della componente trabecolare rispetto a quella corticale. Nel periodo perimenopausale la perdita ossea è molto accelerata, può raggiungere il 5% della massa ossea totale all’anno, ed è dovuta ad un deficit estrogenico con perdita della massa ossea per un elevato turnover osseo; successivamente si assiste ad un lento turnover e ad una perdita ossea meno accentuata legata, oltre che al deficit estrogenico, anche all’inadeguato apporto di calcio derivante dalla dieta. I disturbi più comuni sono crolli vertebrali e fratture del polso, strutture con una maggiore percentuale di osso trabecolare.
OSTEOPOROSI SECONDARIE
L’osteoporosi secondaria è associata ad alcuni quadri di malattia e/o all’uso cronico di alcuni farmaci.
Le condizioni cliniche a cui si associa l’osteoporosi secondaria sono:
– ipogonadismo e malattie endocrino-metaboliche (sindrome di Cushing, tireotossicosi, iperparatiroidismo)
– malattie neoplastiche (leucemie, mieloma multiplo)
– malattie congenite (osteogenesi imperfetta, sindrome di Marfan)
– alcune malattie croniche (IRC, BPCO, insufficienza cardiaca cronica congestizia)
– connettivopatie e malattie infiammatorie croniche (artrite reumatoide, spondilite anchilosante, ecc)
– alcune malattie gastrointestinali (morbo di Crohn, celiachia, resezione gastrica)
– deficit nutrizionali, abuso alcolico cronico
– trattamenti farmacologici prolungati (corticosteroidi, immunosoppressori, ormoni tiroidei, anticonvulsivanti)
– immobilità prolungata.

Sintomi e segni

I sintomi che generalmente caratterizzano la sinusite sono:

– cefalea (mal di testa),

– dolore al volto alla palpazione,

– ostruzione nasale, secrezioni nasali giallastre (prodotte dall’infezione batterica),

– scolo faringeo,

– senso di peso a livello dei seni interessati,

– febbre,

– incapacità di percepire gli odori (anosmia),

– sensazione di orecchie tappate, tosse.

L’osteoporosi è un processo che evolve in modo asintomatico e che si manifesta clinicamente con la frattura.
L’indebolimento strutturale dell’osso compatto corticale può provocare la frattura delle ossa lunghe, di solito come conseguenza di un trauma.
La rarefazione osteoporotica dell’osso trabecolare determina microfratture e fratture, più frequenti nei corpi vertebrali, che vanno incontro a deformità a cuneo e a schiacciamento.
Fratture della colonna vertebrale: Le fratture dei corpi vertebrali possono provocare intensa sintomatologia dolorosa in sede lombare o dorsale o essere presenti ma in modo asintomatico. Non sempre sono ascrivibili a cadute ma possono essere causate anche da leggeri carichi di compressione o da cambi di posizione. Sono fratture tipiche dell’età menopausale. A seguito della frattura può instaurarsi un dolore cronico, spesso mal definito e mal localizzato, verosimilmente dovuto alle contratture della muscolatura paravertebrale.
Nel corso di alcune settimane la sintomatologia si riduce fino a scomparire, mentre residuano le deformità della colonna dovute ai crolli vertebrali: marcata accentuazione della cifosi dorsale (gobba) e riduzione della statura.
Le sedi più frequenti dei crolli sono le ultime vertebre dorsali (T8-T12) e le prime vertebre lombari (L1-L3).
Le fratture delle ossa lunghe sono sempre sintomatiche e causano un dolore improvviso e intenso, accompagnato da notevole impotenza funzionale.
I segmenti ossei più frequentemente colpiti sono il collo del femore e l’estremità distale del radio; più raramente le coste, l’estremità prossimale dell’omero, le ossa metatarsali e il calcagno.
Frattura del collo del femore: tipica dell’osteoporosi senile, è dovuta quasi per il 90% a traumi di modesta entità come le una caduta in casa. Questa è la frattura osteoporotica più pericolosa per le possibili complicazioni. Comporta dolore, ricovero ospedaliero e, quasi sempre, intervento chirurgico ed invalidità. La mortalità per frattura del femore in fase acuta è del 5% e sale al 15%-25% nei 12 mesi seguenti. Il 20% dei pazienti perde la capacità di deambulare, mentre solo il 30%-40% di questi riacquista la piena autonomia nello svolgimento delle attività quotidiane.
Fratture del polso: Frequente nell’osteoporosi post menopausale avanzata, presenta una tipica deformità a dorso di forchetta (frattura di Colles) e a volte è necessario anche l’intervento chirurgico. Dopo i 50 anni il rischio di frattura al polso è del 15% nella donna e poco più del 2% nell’uomo

Diagnosi

Il medico, dopo un attento esame clinico, per giungere ad un corretto inquadramento diagnostico si potrà avvalere di esami di laboratorio (emocromo completo, calcemia, fosfatemia, VES, protidemia ed elettroforesi proteica, fosfatasi alcalina, fosfatasi acida, creatinemia, PTH. Esame urine: calciuria, fosfaturia, idrossiprolinuria), ed indagini strumentali, rappresentate dalla MOC (Mineralometria ossea computerizzata), dalla Ultrasuonometria e, se si sospettano fratture, dalla radiografia e morfometria.
La MOC consiste nel far attraversare l’ osso da un fascio di radiazioni: più l’osso è denso e più il fascio viene rallentato. Attualmente il ‘gold-standard’ è rappresentato dalla MOC DEXA (cioè a doppio raggio X), che viene eseguita prevalentemente su colonna lombare (utile nella valutazione dell’osso trabecolare), a livello del collo femorale (per la valutazione dell’osso corticale) e la ‘total body’ essenzialmente per valutare la composizione corporea, utilizzando basse dosi di radiazioni. Nell’interpretazione del risultato vengono presi in considerazione 3 valori:
– BMD: indica la densità dell’osso in relazione all’area del segmento osseo esaminato;
– T-SCORE: rappresenta la densità ossea rispetto ad un soggetto sano dello stesso sesso misurata a 30 anni (il soggetto in esame viene confrontato con un soggetto al picco di massa ossea).
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha creato le seguenti categorie:
– T score maggiore di –1: densità ossea normale
– T score tra –1 e –2.5: osteopenia
– T score inferiore a –2.5: osteoporosi
– Z- SCORE: rappresenta il valore misurato rispetto ad un soggetto sano dello stesso sesso e della stessa età del paziente in esame. Questo dato è una spia molto importante per il medico per capire se oltre all’età ci possano essere altri fattori che determinano un’osteoporosi, e quindi indagare eventuali cause di osteoporosi secondaria, conseguente cioè ad altre malattie.
L’ultrasuonometria, utilizza gli ultrasuoni per una valutazione complessiva della robustezza dell’osso, robustezza che dipende anche dalla sua elasticità: questa misura viene effettuata abitualmente su calcagno e falangi; non è in grado di misurare la quantità di calcio presente nell’osso, ma presenta i vantaggi dell’assenza di radiazioni e del basso costo.
La Radiografia si basa sul grado di assorbimento osseo di raggi X, che è proporzionale al contenuto di calcio: un osso osteoporotico appare più radiotrasparente di un osso normale. Si utilizza quest’esame per evidenziare eventuali fratture e per valutare la perdita di massa ossea. É visibile un difetto di mineralizzazione ossea solo quando già il 30% della massa ossea è andata perduta.
La Morfometria è indicata nel sospetto di fratture vertebrali. Ad una radiografia della colonna dorsolombare in proiezione laterale, la frattura vertebrale si evidenzia con una diminuzione superiore a 4 mm, o al 15% dell’altezza anteriore o centrale del corpo vertebrale rispetto alla sua altezza posteriore.

Terapia

Il medico individuerà la terapia farmacologica adatta ad ogni singolo paziente sulla base di una valutazione generale, del suo stato di salute, delle sue abitudini di vita, di eventuali altre terapie in corso.
Prevenzione dell’osteoporosi e delle fratture
É opinione corrente che l’osteoporosi non è solo conseguente alla perdita ossea, che accade con l’avanzare dell’età, ma un individuo che non raggiunge un picco ottimale di massa ossea durante l’infanzia e l’adolescenza, può infatti sviluppare osteoporosi senza che vi sia una accelerata perdita ossea in età adulta. É quindi importante agire sui fattori che influenzano la salute dell’osso a tutte le età, per prevenire l’osteoporosi e le possibili fratture conseguenti.
I fattori importanti per mantenere le ossa sane per tutta la vita sono:
Seguire una corretta alimentazione, ricca di calcio e vitamina D
Mantenere un peso corporeo normale
Praticare attività fisica
Evitare l’utilizzo di droghe, fumo ed alcool
Quando indicato, eseguire esami per definire la densità minerale ossea
Eventualmente sottoporsi alle terapie del caso.
La prevenzione delle fratture nei pazienti con osteoporosi comprende anche la prevenzione delle cadute. Le persone anziane sono particolarmente a rischio di cadute perché sono spesso affette da disturbi visivi, dell’equilibrio e da ridotta reattività conseguente anche all’uso di farmaci come sedativi ed antidepressivi. É importante intervenire sull’ambiente in cui l’anziano soggiorna, illuminandolo adeguatamente, eliminando i tappeti, predisponendo punti di appoggio, corrimano sulle scale e maniglie in bagno; utilizzando eventualmente il bastone e calzando scarpe con suole di gomma.