Ti senti sempre stanco? Occhio ai sintomi, esiste la sindrome da fatica cronica

La stanchezza non passa mai ma non sai perché. I sintomi possono assomigliare ad un’influenza cronica che però dura da anni. Le diagnosi sono spesso inconcludenti e non portano da nessuna parte. Se pensi che sia colpa tua, di essere solo troppo pigro o che dipenda da te, sappi che potrebbe non essere vero. Potresti soffrire di sindrome da fatica cronica. Una malattia subdola, difficile da diagnosticare e da curare.

Di cosa si tratta

Il suo nome scientifico è encefalomielite mialgica. La sindrome da fatica cronica è caratterizzata prevalentemente da una stanchezza continua (anche per questo è difficile da diagnosticare), unita ad altri disturbi, che possono essere molto diversi tra loro. Può diventare una malattia estremamente invalidante.
La difficoltà a riconoscere e identificare rapidamente una malattia che provoca come disturbo principale la stanchezza permanente, unita allo scetticismo circa l’opportunità di considerarla una malattia vera e propria, provocano spesso notevoli ritardi nell’accertare (diagnosticare) la sindrome da fatica cronica e, pertanto, gravi disagi per le persone che ne soffrono e che lamentano per anni un pessimo livello della qualità di vita.

Come riconoscerla e perché è difficile da diagnosticare

Non esistendo esami specifici, la diagnosi della sindrome da fatica cronica si effettua confermando o escludendo altre malattie, caso per caso. Questo tipo di fatica non si allevia con il riposo, peggiora con sforzi anche piccoli e causa una riduzione importante delle attività lavorative, sociali e personali.
La fatica cronica consiste in una stanchezza intensa (spossatezza), sia mentale che fisica, che compare anche facendo uno sforzo fisico minimo. Attenzione però, non deve essere causata da una malattia nota e deve essere diversa dalla comune sonnolenza o mancanza di motivazione.
Spesso le persone con sindrome da fatica cronica hanno disturbi tipici di un’influenza cronica che dura per anni.
Devono, inoltre, essere presenti quattro o più dei seguenti disturbi da almeno sei mesi:

  • alterazioni della memoria e della concentrazione, così gravi da ridurre sostanzialmente le attività lavorative e personali
  • faringite
  • dolori dei linfonodi cervicali e ascellari
  • dolori muscolari e delle articolazioni, senza infiammazione o rigonfiamento delle stesse
  • mal di testa
  • sonno non ristoratore
  • debolezza dopo esercizio fisico, che dura da almeno 24 ore

I disturbi causati dalla fatica cronica, così come quelli determinati dalla sindrome della fatica cronica, si presentano spesso in associazione con altre malattie, in particolare:

  • fibromialgia
  • sindrome delle gambe senza riposo
  • cefalea muscolo tensiva
  • sensibilità chimica multipla
  • sindrome dell’intestino irritabile
  • disordine dell’articolazione temporo-mandibolare
  • dismenorrea
  • cistite interstiziale

Le cause? Purtroppo, non sono ancora chiare

La sindrome da fatica cronica tende a comparire tra i 20 e i 40 anni di età, si caratterizza come una malattia di genere con un rapporto femmine/maschi di 4/1 e può colpire anche bambini e adolescenti.
Attualmente si pensa sia una malattia multifattoriale, ovvero dipendente da diversi fattori in grado di interagire tra di loro quali, ad esempio, infezioni, disfunzioni del sistema di difesa dell’organismo (sistema immunitario) e del sistema neuroendocrino, sostanze tossiche presenti nell’ambiente e/o negli alimenti, fattori psicologici e comportamentali.
Al momento, l’alterazione immunologica è ritenuta il fattore più importante, conseguenza di diverse cause. Sono state formulate anche ipotesi circa il malfunzionamento del sistema neuroendocrino, ma il ruolo degli ormoni sessuali nella comparsa della malattia non è ancora stato chiarito.
Tra gli eventi scatenanti (in persone predisposte) potrebbero esserci gli agenti infettivi come i virus erpetici o la mononucleosi infettiva, gli enterovirus e i retrovirus.

Cosa fare?

Ad oggi purtroppo non esistono terapie specifiche. L’approccio consigliato prevede l’integrazione di terapie farmacologiche e non, e di un opportuno stile di vita.
Si è notato che l’approccio non farmacologico più efficace è quello cosiddetto cognitivo-comportamentale e riabilitativo. La terapia cognitivo-comportamentale è impiegata con un discreto successo per aumentare l’attività delle persone e per insegnare loro strategie di adattamento efficaci.
L’intervento riabilitativo è basato sull’esercizio fisico aerobico graduato.
Fonte: https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/s/sindrome-da-fatica-cronica