Informazione scientifica del farmaco: come è cambiata nel corso della pandemia?

Seduto in un angolo dell’ambulatorio, con la sua valigetta, in attesa insieme agli altri pazienti. Chissà quante volte lo avete visto. Non è un paziente, è l’informatore scientifico del farmaco (ISF), una figura essenziale che fa da raccordo tra la casa farmaceutica e il medico, informando quest’ultimo sulle ultime novità su farmaci e trattamenti. E fino a febbraio del 2020 uno dei modi più incisivi per comunicare era quello di andare di trovare di persona i medici, nei loro studi o ambulatori.

Anche questa figura, a causa del lockdown, ha dovuto sospendere le sue attività in presenza e ha dovuto reinventarsi, cercando nuovi metodi e mezzi per mantenere la propria vicinanza rispetto ai medici. Medipragma, società di consulenza in ambito healthcare, ha realizzato un instant Book intitolato Informazione medico scientifica: cosa è cambiato con il COVID 19? In cui ha analizzato come è cambiato questo canale di informazione tra medico e azienda farmaceutica.

Come si legge in questa analisi, anche i medici, per rispondere rapidamente all’emergenza, hanno messo in atto un cambiamento sociale interessante che può essere definito «disintermediazione», caratterizzato dalla  possibilità di condividere informazioni senza il filtro di una persona fisica, usando telefono, pc e strumenti telematici.

Un altro concetto importante è quello di «prossimità emozionale», in quanto il distanziamento sociale ha fatto scaturire il bisogno di tornare alla normalità, che per il medico include l’incontro quotidiano con l’ISF. Per ripristinare questa normalità è stato fondamentale imparare, anche velocemente, a usare gli strumenti digitali.

Dalla ricerca è emerso come i canali di comunicazione più utilizzati da medici e ISF siano il telefono, le comunicazioni via email, e le conferenze online (webconference), anche se i dottori continuano ad apprezzare in modo significativo gli articoli letti sulle riviste cartacee. L’ambito dei social network non va comunque sottovalutato: le persone, siano essi medici, pazienti, informatori o altri professionisti della salute, mostrano la necessità di condividere parte della loro esistenza e sviluppano un senso di appartenenza al gruppo, alla community sia a livello virtuale sia reale. Oggi più che mai.

L’informatore scientifico, in questo contesto, può quindi rafforzare la sua relazione con il medico, ma per farlo deve acquisire nuove competenze digital e social.