Depressione, cosa c'è da sapere?

Oltre ad essere una malattia molto più frequente di quanto non si immagini, è importante imparare a riconoscerla e correre ai ripari al più presto, perché gli effetti, se non si interviene tempestivamente, possono essere molto seri. Basti pensare che nel 2015, i disturbi depressivi sono risultati essere la terza principale causa di invalidità a livello globale. Ad esempio, negli Stati Uniti, il rischio di soffrire di un episodio depressivo maggiore nel corso della vita si avvicina al 30%. 

Come e quando compare con più frequenza la depressione

Le sindromi depressive, pur potendosi manifestare in tutte le fasce di età, esordiscono con massima frequenza in età giovanile, in particolare nel sesso femminile.
I disturbi depressivi sono caratterizzati da:

  • tristezza;
  • perdita di interesse o piacere;
  • sensi di colpa o bassa autostima;
  • disturbi del sonno e/o dell’appetito;
  • senso di stanchezza;
  • scarsa concentrazione.

C’è depressione e depressione

La depressione può essere di lunga durata o ricorrente, compromettendo sostanzialmente la capacità della persona che ne soffre di far fronte agli impegni lavorativi, scolastici o della vita quotidiana. Nella sua forma più grave, la depressione può portare al suicidio.
I disturbi depressivi comprendono due sottocategorie principali:

  1. il disturbo depressivo maggiore;
  2. la distimia.

Il disturbo depressivo maggiore / episodio depressivo

Il disturbo depressivo maggiore / episodio depressivo, si manifesta con sintomi quali umore depresso, perdita di interesse e di piacere e diminuzione dell’energia; a seconda del numero e della severità dei sintomi, il disturbo depressivo maggiore può essere classificato come:

  • lieve: sono eventualmente presenti pochi sintomi in eccesso rispetto a quelli necessari per la diagnosi, l’intensità dei sintomi è stressante ma gestibile e i sintomi si traducono in lieve compromissione nel funzionamento sociale o lavorativo;
  • moderato: il numero di sintomi, l’intensità dei sintomi, l’indebolimento funzionale o tutte queste variabili sono intermedi tra quelli specificati per “lieve” e “grave”;
  • grave: il numero di sintomi è sostanzialmente superiore a quello necessario per la diagnosi, l’intensità dei sintomi è gravemente angosciante e ingestibile. Inoltre, i sintomi interferiscono marcatamente con il funzionamento sociale e lavorativo.

In base ai criteri del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) il disturbo depressivo maggiore si caratterizza per la presenza quasi ogni giorno, durante un periodo di almeno due settimane, di cinque o più sintomi (non attribuibili ad altra malattia) tra:

  • umore depresso per gran parte della giornata;
  • interesse o piacere notevolmente diminuito in tutte o quasi tutte le attività quotidiane;
  • significativo aumento o perdita di peso non riconducibile alla dieta;
  • insonnia o ipersonnia;
  • agitazione o ritardo psicomotorio;
  • affaticamento o perdita di energia;
  • sensi di colpa eccessivi o inappropriati;
  • riduzione della capacità di concentrazione, indecisione;

Almeno uno dei sintomi deve essere umore depresso o perdita di interesse o piacere. I sintomi devono causare disagio clinicamente significativo o compromissione delle funzioni sociali, lavorative o di altre importanti aree di funzionamento. L’episodio non deve essere riconducibile agli effetti di una sostanza o di un’altra condizione medica generale.
L’età di esordio del disturbo depressivo maggiore è molto variabile, l’età media di insorgenza si colloca alla fine della terza decade di età. I sintomi del disturbo depressivo maggiore si sviluppano tipicamente nell’arco di giorni o settimane. In alcuni individui, tuttavia, il disturbo depressivo maggiore può svilupparsi improvvisamente, come a seguito di un grave stress psicosociale. Anche la durata di un episodio depressivo maggiore è variabile (media 16 settimane).
Il disturbo depressivo maggiore persiste nel 15% dei pazienti ed è ricorrente nel 35% dei casi. Circa il 50% dei soggetti che manifestano un primo episodio depressivo si ristabilisce e non ha ulteriori episodi. Dopo tre episodi depressivi, in assenza di trattamento profilattico, il rischio di recidiva si avvicina al 100%.

Distimia

La distimia è una forma persistente o cronica di lieve depressione; i sintomi della distimia sono simili agli episodi depressivi, ma tendono ad essere meno intensi e durano più a lungo. Nella distimia l’umore depresso è presente quasi ogni giorno per almeno 2 anni e non è attribuibile ad altre malattie o all’uso di sostanze.
In concomitanza all’umore depresso sono presenti almeno 2 dei seguenti sintomi:

  • insonnia o ipersonnia;
  • scarso appetito o iperfagia (esagerata assunzione di alimenti);
  • astenia (mancanza di forze);
  • bassa autostima;
  • difficoltà di concentrazione o nell’assumere decisioni;
  • sentimenti di disperazione.

 Cosa fare in caso di insorgenza dei sintomi?

In caso di insorgenza di sintomi, in particolare umore depresso, perdita di interesse e piacere o mancanza di energie, che possono far sospettare l’insorgenza di un episodio depressivo e che persistono per più di qualche giorno, è di primaria importanza consultare un medico perché una depressione non trattata può essere all’origine di gravi difficoltà famigliari, sociali e professionali, di isolamento e può anche condurre al suicidio.
Viceversa, un riconoscimento precoce, un corretto inquadramento diagnostico sin dal primo episodio depressivo e, quindi, una riduzione del periodo di malattia non trattata, possono condizionare positivamente il decorso della patologia. La depressione è infatti una malattia curabile nella stragrande maggioranza dei casi e, se la terapia è precoce, la sua efficacia è maggiore e il rischio di ricadute è minore.
Nota: Le informazioni riportate in questo testo non sostituiscono in alcun modo i consigli, il parere, la visita, la prescrizione del medico.
 

Bibliografia

Ministero della salute. Definizione dei percorsi di cura da attivare nei dipartimenti di salute mentale per i disturbi schizofrenici, i disturbi dell’umore e i disturbi gravi di personalità. 2014. http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2461_allegato.pdf
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American Psychiatric Association. Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition Major Depressive Disorder DSM-5™ Diagnostic Criteria
Gelemberg AJ et al. Practice Guideline for the Treatment of Patients With Major Depressive Disorder, Third Edition. The American Journal of Psychiatry suppl.; Vol 167, 10 (Oct 2010): 1-3,9-11,13-118