Vuoi migliorare le tue facoltà cognitive? Bevi succo d’arancia

Vuoi migliorare le tue facoltà cognitive? Bevi succo d’arancia. È questa la conclusione a cui sono giunti i ricercatori dell’Università di Reading, in Inghilterra, e pubblicata sull’American Journal of Clinical Nutrition.

Ma quanto succo d’arancia bisogna bere per migliorare le proprie facoltà cognitive?

Non tanto. È sufficiente mezzo litro al giorno, 250 ml al mattino e 250 ml al pomeriggio. Circa due bicchieri quindi.

La ricerca

Lo studio, realizzato in doppio cieco con placebo, è stato effettuato su 37 adulti sani (24 donne e 13 uomini) di età compresa tra i 60 e gli 80 anni (età media 67 anni circa).
L’obiettivo era valutare se il consumo giornaliero di succo d’arancia ricco di flavanone fosse benefico per le funzioni cognitive delle persone anziane in buona salute, sull’umore e sulla pressione. La ricerca è durata 8 settimane.
Durante questo periodo, le persone coinvolte sono state invitate a bere 500 ml di succo d’arancia al giorno, suddiviso in due diversi momenti della giornata. Ad una parte delle persone è stato somministrato succo ad alta concentrazione di flavanone (305 mg), mentre gli altri partecipanti hanno bevuto un succo equicalorico ma a basso contenuto di flavanone (37 ml).
All’inizio e alla fine dell’esperimento, i volontari hanno dovuto eseguire una serie di test standardizzati volti a misurare le prestazioni cognitive, l’umore e la pressione arteriosa.

I risultati

Mentre non si sono evidenziate particolari differenze per quanto riguarda l’umore e la pressione arteriosa, i risultati relativi alle prestazioni cognitive sono stati decisamente significativi e positivi ai fini della ricerca.
Secondo gli scienziati è stato dimostrato che il consumo quotidiano di flavanone per almeno 8 settimane migliora le facoltà cognitive nelle persone anziane sane, e questo apre le porte a nuove ricerche, più approfondite, per comprendere per esempio quali siano i potenziali meccanismi che possono essere alla base dell’associazione tra consumo di flavonoidi e funzioni cognitive.
Fonte: American Journal of Clinical Nutrition