Diabete di tipo 2: scoperto nuovo meccanismo. Un “super” gene alla base della bassa produzione di insulina

Secondo una recente scoperta dell’Università di Goteborg, nel diabete di tipo 2 la bassa produzione di insulina sarebbe originata da un “super” gene.
Uno studio apre nuove prospettive di cura per il diabete di tipo 2. Per i ricercatori della Sahlgrenska Academy dell’Università di Goteborg la produzione di insulina in persone affette da diabete di tipo 2 potrebbe essere compromessa da un gene che influisce sullo sviluppo delle cellule del pancreas. La ricerca, pubblicata recentemente su Nature Communications, ha individuato il meccanismo genetico alla base del quale le cellule che normalmente producono insulina regrediscono.

Lo studio

Sono stati analizzati 124 campioni di tessuto cellulare, di cui 41 prelevati da persone con diabete di tipo 2. Attraverso la loro analisi gli scienziati svedesi hanno compreso i cambiamenti genetici all’interno delle cellule colpite dalla malattia: le cellule responsabili della produzione di insulina regrediscono riducendo il numero di quelle funzionali.
La causa sembrerebbe risiedere nel fattore di trascrizione SOX5, un super gene che regola la trascrizione di un gruppo di ben168 geni collegati al diabete, i più importanti tra i circa 3.000 associati alla malattia.
Il Professor Anders Rosengren descrive l’analisi portando ad esempio il mondo degli Hub. «Tutti gli aeroporti sono collegati in una rete di grandi dimensioni, ma una perturbazione in un hub come l’aeroporto di Francoforte è molto più grave di una perturbazione a Göteborg. Abbiamo cercato gli hub, cioè i geni chiave, e i principali collegamenti. Di quasi 3.000 geni che sono stati cambiati nel diabete, 168 potrebbero essere descritti come geni Francoforte. E su questi ci siamo concentrati».

Come funziona il super gene

Una volta soppresso o disattivato il gene SOX5, la funzione dei 168 geni peggiora e le cellule diminuiscono in maturità. Ri-aumentando i livelli del super gene migliora anche la funzione dei 168 geni e l’insulina si normalizza.
Fonte: https://www.nature.com/articles/ncomms15652