Anoressia, bulimia e Binge Eating Disorder. Sai cosa sono, come riconoscerli e come intervenire?

Sono disturbi del comportamento alimentare che comportano assunzione insufficiente, eccessiva o incontrollata di cibo, attenzione ossessiva per il peso e per l’immagine corporea. Colpiscono per il 95,9% il sesso femminile, in particolar modo ragazze tra i 13 e i 17 anni, e negli ultimi anni si è osservato un preoccupante abbassamento dell’età, anche in bambine di 8-9 anni. Non sono scelte di vita, ma malattie che, se non trattate adeguatamente e con tempismo, possono portare anche alla morte.

Di cosa si tratta

I disturbi del comportamento alimentare più comuni includono l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder).
L’assunzione eccessiva o insufficiente di cibo, un’attenzione ossessiva per il cibo, per il peso corporeo e per l’immagine corporea possono essere il segnale della presenza di un disturbo del comportamento alimentare. I disturbi del comportamento alimentare non sono una scelta individuale di stile di vita, ma sono invece delle malattie che, se non trattate adeguatamente e tempestivamente, possono diventare permanenti, compromettere seriamente la salute e nei casi gravi risultare fatali.

Non bisogna sottovalutare il problema

Chi sospetta di stare sviluppando un disturbo alimentare e chi sospetta la sua insorgenza in un familiare deve cercare l’aiuto del medico perché fortunatamente esistono trattamenti che possono essere di aiuto per questi disturbi e guarire è possibile.
I disturbi del comportamento alimentare affliggono nella massima parte dei casi (95,9%) il sesso femminile. Quelle più comunemente colpite sono le ragazze di età compresa fra 13 e 17 anni. Negli ultimi decenni, è stato osservato un progressivo abbassamento dell’età di insorgenza dell’anoressia e della bulimia e sono sempre più frequenti diagnosi prima del menarca (la prima mestruazione), fino a casi di bambine di 8-9 anni.

Anoressia nervosa

È la patologia psichiatrica con la mortalità più elevata (nei primi 10 anni dall’esordio della malattia il rischio di morte in questi pazienti è 10 volte maggiore che nella popolazione generale di pari età).
Le persone che sono affette da anoressia nervosa cercano di mantenere un peso corporeo il più basso possibile, a questo scopo non mangiano cibo a sufficienza, praticano eccessivamente l’esercizio fisico o si provocano il vomito. Spesso hanno un’immagine distorta dei loro corpi e pensano di essere grasse anche quando sono sottopeso.
L’esordio del disturbo è insidioso, con progressiva e graduale riduzione dell’assunzione di cibo attraverso la riduzione delle porzioni e/o l’esclusione di alcuni alimenti. Nella fase iniziale si osserva un periodo di benessere soggettivo dovuto alla riduzione di peso, alla migliorata percezione della propria immagine; in seguito le preoccupazioni per la “linea” e l’immagine del proprio corpo diventano ossessive.
La paura di “diventare grassi”, invece di diminuire con il calo di peso, di solito aumenta parallelamente al decremento ponderale. Coloro che sono affetti dalla malattia negano di trovarsi in una condizione di pericolo per la propria salute e la propria vita e si oppongono a qualsiasi trattamento. In genere giungono all’osservazione del medico dietro insistenza dei familiari, quando la perdita di peso è marcata.

Sintomi dell’Anoressia

I sintomi e i segni dell’anoressia nervosa comprendono:

  • la convinzione di essere grassi quando si è normopeso o sottopeso, il controllo continuo del peso (tramite lo specchio, la taglia dei vestiti e la bilancia), il conteggio ossessivo delle calorie;
  • il mangiare pochissimo, saltare i pasti o evitare di consumare cibi percepiti come ingrassanti, non mangiare insieme ad altri, impiegare molto tempo per mangiare e/o spezzettare il cibo in bocconi molto minuti per mascherare la ridotta assunzione di cibo;
  • il mentire sulla quantità di cibo consumato e sul proprio peso corporeo;
  • la pratica di rigidi rituali alimentari;
  • l’amenorrea (scomparsa del ciclo mestruale, per almeno 3 cicli consecutivi) o le irregolarità mestruali nelle donne che non hanno raggiunto la menopausa; il ritardo del menarca nelle ragazze;
  • peso e altezza inferiori a quelli attesi in base all’età (negli adolescenti), un peso insolitamente basso rispetto all’altezza (negli adulti);
  • l’assunzione inappropriata di farmaci lassativi, diuretici o anoressizzanti (farmaci che riducono la fame);
  • la pratica esagerata dell’esercizio fisico;
  • il vomito autoindotto.

Segnali di pericolo che, se osservati in un’altra persona, potrebbero indicare la presenza di anoressia sono una drammatica perdita di peso, il fatto che la persona menta su quanto e quando abbia mangiato, o su quanto pesi, eviti di mangiare con gli altri, tagli il cibo in piccoli pezzi o mangi molto lentamente per nascondere quanto poco stia mangiando, cerchi di nascondere la propria magrezza indossando abiti ampi.

Bulimia

Spesso l’esordio del disturbo è in relazione ad una storia di restrizione alimentare o in seguito a un trauma emotivo in cui non si riesce a padroneggiare il sentimento di perdita o frustrazione.
La valutazione di sé è inappropriatamente influenzata dalla propria immagine corporea e dal peso. La principale caratteristica che distingue la bulimia dall’anoressia è la presenza di ricorrenti abbuffate. Le persone affette da bulimia attraversano periodi in cui mangiano molto cibo in pochissimo tempo. L’abbuffata è preceduta da stati di umore disforico (irritazione, depressione, ansia), sentimenti di insoddisfazione per il proprio peso e l’immagine corporea, sentimenti di vuoto e solitudine. Dopo l’abbuffata ci può essere una transitoria riduzione della disforia, ma in genere seguono umore depresso e autocritica.
Le persone che soffrono di bulimia adottano ricorrenti comportamenti di compenso volti a prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso-uso improprio di lassativi, diuretici o altri farmaci; digiuno o esercizio fisico eccessivo.
I sintomi della bulimia includono l’assunzione di grandi quantità di cibo in poco tempo (crisi bulimiche in solitudine, pianificate), il procurarsi il vomito, il fare uso di lassativi o praticare eccessivo esercizio fisico per evitare di ingrassare dopo un’abbuffata, la paura di ingrassare, l’essere molto critici riguardo al proprio peso e all’immagine corporea, cambiamenti dell’umore (ad esempio, sentirsi molto tesi o ansiosi).
Segnali di pericolo che potrebbero indicare la presenza di bulimia in un’altra persona sono il fatto che mangia molto cibo, molto velocemente, molto spesso va in bagno dopo aver mangiato e frequentemente torna con il volto arrossato, pratica esercizio fisico in modo eccessivo o ossessivo.

Disturbo da Alimentazione Incontrollata (Binge Eating Disorder)

Si manifesta con ripetute abbuffate compulsive, in un periodo di tempo circoscritto, e sensazione, durante l’episodio, di non poter smettere di mangiare o di non poter controllare cosa o quanto si sta mangiando.
Gli episodi di abbuffate compulsive sono associati ad almeno tre dei seguenti tratti distintivi:

  • mangiare molto più rapidamente del normale;
  • mangiare fino ad avere una sensazione dolorosa di troppo pieno;
  • mangiare grandi quantità di cibo pur non sentendo fame;
  • mangiare in solitudine a causa dell’imbarazzo per le quantità di cibo ingerite;
  • provare disgusto di sé, depressione o intensa colpa dopo aver mangiato troppo.

Le abbuffate compulsive suscitano sofferenza e disagio e avvengono, in media, almeno una volta alla settimana senza che vengano messi in atto comportamenti compensatori inappropriati.

Complicanze

L’anoressia nervosa, se non curata, con il tempo può provocare alterazioni endocrine, problemi di fertilità e riduzione della libido, deficit nutrizionali specifici (carenze vitaminiche, deficit di aminoacidi o di acidi grassi essenziali), alterazioni cardiovascolari (bradicardia e aritmie), osteopenia ed osteoporosi con conseguente fragilità ossea ed aumentato rischio di fratture, alterazioni ematologiche (ad es. anemia da carenza di ferro, leucopenia), alterazioni degli elettroliti (in particolare importanti riduzioni del potassio, con rischio di arresto cardiaco), depressione (possibile ideazione suicidaria e tentati suicidi), comportamento autolesionistico.
La bulimia, invece, può essere causa di erosione dello smalto dei denti, di carie, problemi gengivali, ritenzione idrica, edemi agli arti inferiori, distensione addominale, gastriti acute, reflusso gastro-esofageo, disturbi della deglutizione dovuti a danni dell’esofago, riduzione dei livelli di potassio, amenorrea o irregolarità dei cicli mestruali.

Trattamento

Il trattamento dei disturbi dell’alimentazione, sia di tipo ambulatoriale che in regime di degenza parziale o totale, richiede un approccio multidisciplinare, che prevede l’associazione del trattamento psichiatrico/psicoterapeutico con quello nutrizionale.
Nota: Le informazioni riportate in questo testo non sostituiscono in alcun modo i consigli, il parere, la visita, la prescrizione del medico.
Bibliografia
National Institute of Mental Health. Eating disorders.
Ministero della Salute. Disturbi dell’alimentazione.
http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?lingua=italiano&id=63&area=Disturbi_psichici
NHS. Eating disorders.